Le piccole isole italiane luogo di coesione, accoglienza ed integrazione

17/09/2015

L'EXPO sarà l'occasione, per le isole minori, di mettere in luce aspetti meno noti dei propri territori. Il primo è sicuramente quello della coesione economica e sociale: con molta lungimiranza questo concetto lo troviamo inserito nell'atto con il quale i Sindaci costituirono, nel lontano 1986, la loro Associazione. Già allora erano consapevoli che le singole isole non avrebbero avuto la forza di rappresentare i loro problemi legati a
diritti essenziali quali le giuste opportunità di istruzione, la salute con servizi adeguati per i residenti ma anche per i turisti ed i trasporti da e verso l'isola e che l'unione delle 36 realtà fosse un presupposto essenziale per conseguirli. Da quel momento, i territori dei Comuni insulari si sono sempre presentati sia a livello regionale, nazionale ed europeo in modo coeso ed unito perché comuni sono i problemi. In un completo concetto di Unione europea, come unione di popoli, esse hanno iniziato anche un percorso unitario con altre isole europee a partire da quelle dell'area del Mediterraneo (Cipro, Creta e Baleari).
Ciò che vogliono realizzare in questa fase di crisi economica, è la ricerca di un nuovo modello di sviluppo socio-economico integrato. L'unione delle risorse finanziarie per creare nuovo sviluppo ed occupazione è un cardine per riemergere dalla crisi. Dunque un Documento unico di programmazione è il percorso che questi comuni hanno creato.

Luogo di accoglienza: in questi mesi tutti ne parlano e spingono in questa direzione, ma le isole minori forse questo principio ce l'hanno nel DNA perché assimilato negli anni e forse nei secoli. Da sempre le isole sono state luoghi di sbarchi da parte di altre popolazioni sia nazionali che internazionali e la reazione degli isolani è sempre stata quella di accogliere nuove persone, nuove culture ed integrarle in quelle originarie. I risultati sono quelli di avere già una predisposizione ad inserire ed accogliere come dimostra il fenomeno più noto di Lampedusa in cui sono spesso i singoli cittadini che, ad integrazione delle istituzioni, aprono le loro case e le loro mense. Le piccole isole si stanno preparando ad accogliere meglio anche cittadini che vogliano recarsi nei loro territori non in modo transitorio quale una vacanza, ma in modo stabile. Forse il fenomeno che vede, in questi anni, migrazioni verso mete più appetibili sotto l'aspetto della qualità della vita e dell'economicità di essa potrebbe essere interessato a valutare che questi fattori potrebbero trovarli anche in aree più vicine "a casa" quali sono le piccole isole che, come diranno alcuni relatori dell'EXPO, possono essere anche le "Isole del buon sociale e della buona salute".

Dott.ssa Gian Piera Usai
Segretaria Generale ANCIM

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